Oggi parliamo del quinto elemento per un’architettura felice: l’estetica.
Il quinto elemento,Luc Besson, Francia, USA, 1997
L’estetica è un argomento molto spinoso perché si confonde spesso con il gusto personale e opinioni, dati scientifici, teorie filosofiche e sociologiche e alla fine vale il detto:
Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace.
Ma io voglio parlare di architettura e come questa influenza la nostra salute mentale e come possiamo cambiare il mondo anche con un piccolo gesto, come ridipingere il salotto.
Per questa occasione servirebbe una colazione molto aesthetic beige japandi ma non ce l’ho, quindi eccovi un po’ LDL:
Colazione dei campioni in un posto incredibile a Chicago, USA: menù “Breakfast Yolk All Star” da Yolk.
Quando parliamo di salute mentale, l’estetica di un ambiente non è certo il primo fattore che ci viene in mente. Eppure, il design degli spazi che abitiamo ha un impatto enorme sulle nostre emozioni, sul nostro livello di stress e persino sulla produttività.
Ad esempio, quando l’architetto Alvar Aalto iniziò a progettare il Paimio Sanatorium, un centro per la cura della tubercolosi, era malato lui stesso (non di tubercolosi per fortuna), e il malessere che provava fu proprio la spinta a progettare un edificio che poi è diventato un’icona dell’architettura moderna e dell’architettura della salute. Aalto riteneva che il Sanatorium dovesse fare la sua parte nel “guarire” i pazienti che ospitava, per questo pose molta attenzione ai dettagli che rendono la convalescenza più gradevole. Le stanze erano ben ventilate e ben illuminate dal sole, molti accessi al giardino e alle verande, i lavandini erano disegnati in modo da non fare rumore, e i pavimenti erano facilmente lavabili e tutti gialli.
Il colore è uno strumento molto potente per influenzare l’umore e le emozioni e Aalto lo ha usato con moderazione nel suo progetto per portare allegria e energia vitale ai malati del Paimio Sanatorium.
Non c’è solo l’uso del colore tra gli elementi estetici che influenza l’umore, ma anche la leggibilità degli spazi e i momenti di sorpresa visiva (l’effetto wow), possono trasformare radicalmente la nostra percezione di un ambiente e farci sentire più felici e sereni.
Nel mio ultimo post sul blog esploro come il design e l’architettura possano creare piccoli momenti di gioia, migliorare il nostro umore e perché progettare spazi armoniosi non è solo una questione di estetica… ma di salute.
Fammi sapere che ne pensi nei commenti e, soprattutto, se vuoi andare insieme al Sanatorium di Aalto.
Ci vediamo sabato prossimo con il sesto elemento: l’attività. Ciao!